“Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll
fu un’opera talmente innovativa, fuori dalle righe, visionaria per l’epoca in
cui uscì, e proprio per queste sue caratteristiche, sempre al passo coi tempi,
adatta ad ogni epoca, da diventare nel tempo un grande classico della
letteratura, amato da adulti e bambini e continuamente reinventato attraverso
riscritture, adattamenti e trasposizioni di vario genere. Proprio da questo
grande classico parte “Alice” di Roberto Incagnoli, con illustrazioni di
Fabrizio Lavezzi, ebook edito dalla casa editrice Lettere Animate, che proprio
con questo titolo ha inaugurato la collana “Wonderland”, composta da opere che
sono Short Graphic Novel.
Si tratta quindi di un racconto breve, un racconto
illustrato che va a rivisitare in chiave gotica, cruda e dura il classico di
Carroll, adattandolo ai tempi moderni, alla vita di tutti i giorni,
trasformando Alice in una ragazza come tante, che si trova a combattere con i
suoi fantasmi e le difficoltà di una realtà crudele.
Il viaggio che Alice compie è un viaggio a ritrovo
nel suo vissuto, ripercorrendo dolore, desolazione, momenti di
(auto)distruzione, abusi, perché vittima della società moderna, delle sue
“regole”. Vittima anche del suo stesso ego di giovane mai contenta, il cui
motto sembra essere “mai abbastanza”, pronta a tutto per avere sempre di più,
spingendosi fino ad atti di perdizione.
La sua è una corsa contro il tempo, che scorre
inesorabilmente, che cerca di raggiungere e di farlo nuovamente suo per
ottenere una nuova possibilità. Quella di una vita normale.
La storia è attraversata da un’aurea mista di
tristezza, malinconia, dolore e decadenza, perché mostra i mali di vivere
tipici dei giorni nostri, che affliggono tante ragazze, donne, che si sono
perse in essi. Alice è letteralmente schiacciata dal suo vissuto, dalle sue
esperienze, ma è intenzionata a cambiare, ricca di forza di volontà, pronta a
dare un taglio alla sua vita storta per riprendere in mano se stessa. Ma non
sempre è possibile, anche se si è pronti a mettersi in gioco e lottare.
I temi trattati sono forti e proprio per questo
reali, tanto da coinvolgere emotivamente il lettore nella vicenda. Si passa
dall’alcolismo alla prostituzione, dallo stupro all’aborto, dall’anoressia alla
pazzia, con sdoppiamenti di personalità. Il tutto viene trattato però con una
scrittura spesso metaforica, si pesante e drammatica, ma che rende
perfettamente l’atmosfera cupa e depressiva, toccando i temi in modo delicato,
senza appesantirli ulteriormente con crudezza di particolari, ma facendo solo
intuire, percepire ciò che è accaduto.
E’ una scrittura non lineare, che a volte aiuta
nell’immedesimazione e nell’esprimere il caos interiore di Alice, altre volte
invece crea confusione, tanto da rendere la comprensione difficoltosa. Pensando
però all’atmosfera di delirio e nonsense dell’opera originale questa confusione
e perplessità può essere più che corretta.
Le illustrazioni che accompagnano la storia sono
perfette perché anche queste presentano uno stile cupo, gotico, nervoso, vicino
all’immaginario Burtoniano, reso ancora meglio dal tratto utilizzato e dalle
tonalità di colore, bianco – nero – grigio. Molto utili perché ricollegano, in
modo più semplice rispetto alla scrittura, alla storia originale di Carroll,
creando così un effetto di spiazzamento del lettore, dato dal testo, e poi di
chiarimento, dato dalle illustrazioni.
Sicuramente una lettura non leggera, che richiede
concentrazione anche se molto breve, perché densa e diversa dal solito, e che a
ogni rilettura dona punti di vista differenti esprimendo sempre qualcosa di
nuovo.
A cura di Michela
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